«La rete è memoria adesso la scuola insegni a ragionare»
Il docente universitario Giacomo Stella
22/02/2016
Da un lato, una riforma che guarda alla tecnologia come punto chiave dell’innovazione didattica. Dall’altro, una buona dose di diffidenza “pratica” da parte di molti docenti e un uso poco meditato da parte degli studenti. Sarà internet a rivoluzionare la scuola? A rispondere è il docente universitario Giacomo Stella, autore di “Tutta un’altra scuola! Quella di oggi ha i giorni contati” (Giunti).
Andrà proprio così?
«Oggi l’accesso alle conoscenze è mutato. Attraverso Google e Wikipedia, secoli di notizie sono istantaneamente a disposizione. La scuola non deve più occuparsi di trasmettere informazioni ma deve aiutare i ragazzi a organizzarle e trasformarle in conoscenza. La nostra scuola, però, è basata su nozionismo e principio di prestazione. Gli insegnanti fanno imparare a memoria liste di verbi, non insegnano a ragionare».
Molti docenti però temono che il pc limiti le capacità dei ragazzi …
«Alcuni ritengono che l’uso del computer danneggi l’apprendimento, ma se è vero è perché i docenti non sanno proporre un uso intelligente del mezzo. Il modo con cui si raccolgono conoscenze con Google è disordinato, è vero, si chiama conoscenza irrelata. Questo tipo di conoscenza, più vasta, deve essere trasformata in conoscenza correlata. Lasciare il pc fuori dall’aula significa alimentare una situazione schizofrenica: forse si possono costringere i ragazzi a tenere lo smartphone spento a scuola, ma lo accenderanno appena arrivati a casa. L’introduzione del web equivale alla rivoluzione apportata dalla stampa».
Ad oggi, però, per tanti studenti l’uso di pc e rete si limita al copia-incolla: come si può evitare?
«Il problema è che non è ancora stata fatta una sufficiente riflessione sull’uso della tecnologia nell’apprendimento. Faccio un esempio banale. Tutti quanti a scuola siamo stati criticati perché le ripetizioni nei testi. Ecco, con il pc, basta cliccare con il tasto destro per conoscere i sinonimi di una parola. Per uno studente è un importante lavoro di sviluppo lessicale. Se conosci la natura dello strumento, puoi migliorarti. E di esempi se ne potrebbero fare tanti. Il copia-incolla è un disastro se accetti passivamente la cosa, ma si può valorizzare come possibilità di rivedere continuamente uno scritto».
Se l’informatica può essere la chiave di volta, perché molti docenti fanno resistenza?
«L’unica risposta possibile, secondo me, è che la stragrande maggioranza di docenti e dirigenti non conosca l’informatica. E credo che lo stesso si possa dire di tanti pedagogisti. Anche Platone di fronte alla lettura disse che avrebbe fatto scomparire la memoria. Ora si dice che il pc farà scomparire le abilità del singolo. Non è vero, le trasformerà».
Cosa si deve fare, allora, perché la scuola evolva?
«È necessario procedere alla formazione dei docenti. Gli insegnanti, fuori dall’istituto, usano la tecnologia, perché negarla ai ragazzi? Internet è un’immensa estensione della memoria».
V. Arn.